martedì 13 marzo 2018

Esclusivo/La storia di Su Pallosu, GEPPETTO, IL CORALLARO, una figura leggendaria


Non è la prima volta che su questo blog parliamo di Geppetto, nato ad Oristano il 26 novembre del 1931 e scomparso il 13 marzo 2006.
 Abbiamo infatti già citato e raccontato la figura epica di Angelino Iriu (questo il suo nome all'anagrafe), il corallaro di Su Pallosu per eccellenza.(vedi il precedente post al link http://supallosu.blogspot.com/2010/07/i-primi-pescatori-di-su-pallosu.html
In questo post alcune immagini esclusive che parlano da sole.Corallo e pesce come da tempo non se ne vedono più, in quantità enorme.Nelle foto in alto, dietro ad una vera e propria montagna di corallo, con la maglia blu, anche quello che è stato il suo grande amico e compagno di mille avventure: Franco Lisini (a lui abbiamo già dedicato un altro post in questo blog).



A sinistra un giovanissimo Geppetto regge orgoglioso una maxi cernia appena presa. Sotto in basso uno scatto più recente, realizzato nella sua casa di via Tziu Triagus a Su Pallosu.Un personaggio, un mito. Oristanese di nascita e di formazione, uomo di mare e di Su Pallosu per eccellenza.
Prima di realizzare la casa dove ha vissuto per decenni anche Geppetto come tanti pescatori a Su Pallosu, aveva la sua baracca in falasco.
Circostanza ricordata in quella che è stata una delle sue ultime interviste che qui sotto ripubblichiamo integralmente.
Geppetto e il mitico 'Su Pallosu'
San Vero Milis
Il mare, la voce del suo cuore. Da sempre, più di ogni altra cosa. Su Pallosu, unghia di terra e sabbia nella penisola del Sinis, è il porto sicuro di Geppetto che di cognome fa Iriu e di nome Angelo. Che c'entri il padre di Pinocchio non lo sa bene neppure lui; la zazzera come ritagli da falegnameria, forse. Oppure da anarchico senza tessera come in realtà dice di essere. «Insomma, chiamami pure Geppetto». 
Tanto a cercarlo per le vie di Oristano e oltre col certificato di nascita alla mano sarebbe farsi ridere dietro e impalare il vecchio impiegato comunale: esiste Geppetto, punto e basta. Occhi chiari come il mare che sbatte sul pesco e il limone che ha piantato nel giardino di casa, a Su Pallosu. Nelle albe chiare lo sguardo cattura Alghero, Santa Caterina, S'Archittu. Il deserto del Sinis: posto di anime in pena, dice Geppetto. Non oggi che il turismo ha massificato terra e mare, ma ieri quando il Sinis 'era il Sinis'. Una grande arca solidamente piantata. Corbezzolo e mirto, lavanda e palma nana.«Tutti trovavano di tutto. Lumache, lepri, coniglie, pernici acchiappate col grano e l'acquavite. Qualche capra sbandata e una tomba antica da ripulire». Tanta terra e pochissimo mare: quasi niente. Solamente qualche cabrarese in libera uscita con bombetta al seguito: quattro pesci 'morti a bomba', due lire e niente più. «Non siamo mai stati marinai». Gli altri forse no, lui Geppetto sì: fra i primi ad arpionare cernie da 25 chili e aragoste a nastro. «Giusto il tempo di far bollire l'acqua in un gran pentolone e si era di ritorno col carico delle aragoste. Venti minuti, anche meno». Ne prendeva tanti e poi tanti di pesci Geppetto da farne baratto. Il vecchio signor Sardu di Nurachi lo riforniva di vino, un macellaio gli passava la carne. Un altro le patate e via così. Anni '50, poco più.Allora Geppetto stava in un capanno di frasche: bellissimo, nessuno può immaginare cosa sia la notte nel capanno. «Dagli odori capivo il cambiare del tempo, la pioggia, il vento. I rumori erano il barometro. Altro che casa, lo sai che nel capanno digerivo anche le pietre e mica perché ero più giovane ma perché l'aria corrente è un'altra cosa». Il capanno come un cenacolo, aperto all'universo mondo: giornalisti, 'professori', pastori e pensionati. Zuppe colossali e aragoste spaccate in due e messe alla graticola. A Su Pallosu c'era Ziu Mauru, un sorgonese arrivato lì chissà come e chissà perché, decide di lasciare lì i suoi giorni. Lui che prima di allora non era mai stato su una barca. Col mezzo toscano fisso 'a fuoco dentro' che tre volte su quattro finiva nel pentolone della zuppa di pesce: comunque ottima, sempre.Di Murena si sapeva poco o niente. Venne ingaggiato nella 'Maria' da Geppetto, sicuramente gran pescatore e ottimo cuoco di zimino. Piccante più del giusto. Poi c'erano i ponzesi, gran professionisti del mare: come loro nessuno, dice Geppetto. Omaggio dovuto ai maestri. «Dai, il mare ti piace, ci sai fare. Molla i pesci e vai a corallo». Geppetto non se lo fa ripetere due volte. «Prima leggo, mi documento. Trascorro ore con i medici e poi vado». Il primo corallaro in assoluto. 
Quando l'oro rosso si conosceva solamente in cartolina o al collo di una bella donna, Geppetto decide, trentacinque anni fa, di andare a strapparlo in fondo al mare. Nel profondo che più profondo non si può: da 85 fino a 115 metri. «Anche due immersioni al giorno». Quasi una pazzia, per i medici pura follia. Impossibile, meno che per Geppetto. 24 minuti a fondo, al lavoro con la piccozza, pausa, risalita. Tre ore di riposo e poi nuovamente giù.Geppetto fa storia: un nome, quasi un mito. Il record: 19 chili e mezzo in una giornata. L'ordinario sono 12, 14 chili. In una stagione, da maggio a ottobre la media è di 3 chili. Dai 6 metri della 'Maria', passa alla 'Osanna' camera di decompressione a bordo. Utilizzata? «Certo, utilissima. Niente di particolarmente grave ma si sa, chi va per mare si bagna il culo». Geppetto se l'è bagnato senza per questo dover mai dire di essersela cavata per miracolo. «L'ho sempre fatto per vivere il corallaro mica per morire». Sulla 'Osella', gli fanno compagnia Franco Lisini e Gianni Ledda, altri due grandi di Su Pallosu che oggi non ci sono più. Ne pescavano tanto e poi tanto di corallo che un bel giorno Geppetto in preda a overdose da oro rosso scrisse a tutta pagina nel diario di bordo.: 'Uffa! ' Non se ne poteva più ed a Geppetto tutto quello che è facile diventa noioso.
 Vive sul mare che gli bagna le ginocchie ma 'non ha mai fatto un bagno in spiaggia', potrebbe pigliar pesci a volontà ma siccome lo fanno tutti preferisce starsene tranquillamnente a casa sua, a Su Pallosu. Adesso il corallo lo lavora secondo suoi originalissimi disegni. «Ho iniziato 23 anni fa quasi per gioco, facendo in miniatura il volto di mia figlia Osanna. Ho continuato ed ancora amo fare cose particolari». Belle: anelli, collane, orecchini. «Il corallo sardo è meraviglioso e quello fra Bosa e Su Pallosu lo è ancora di più». Bello ma raro, adesso. «Balle, il corallo c'è sempre, basta saperlo cercare. Non è vero che gli ingegni e la croce di Sant'Andrea hanno distrutto tutto. Certo, hanno fatto danni ma il corallo c'è sempre. Di meno ma essendo prezioso si guadagna anche di più. Oggi un chilo di corallo viene venduto per un milione, quando scendevo io per 30 mila lire, se non se ne facevano minimo quattro quintali non si campava. Questa è una zona magnifica, ripeto magnifica e sa perché?». 
Geppetto spiega. «Qui di fronte c'è la catena del Montiferru, il corallo nient'altro è che ossido di ferro. Ecco spiegato il mistero ed ecco spiegato perché il corallo di questi mari rende molto di più di quello di qualunque altra parte del mondo».Geppetto, il primo corallaro della storia oristanese, ha mollato le bombole nell'89, a 56 anni (così sapete pure quanti anni ha), improvvisamente e senza una vera ragione. «Un giorno ero in barca e fra me e me mi sono chiesto: il fisico reggerà ancora? Siccome le controprove al mare non esistono ho ripiehgato le vele e ho smesso». Senza ritorno? «Definitivamente, il mare va rispettato e il corallo non ama le scene». Geppetto non ha mai sopportato gli sbruffoni, i pescatori anche quelli che non dicevano balle. Perché il mare va rispettato. Un capanno sul mare, il profumo della zuppa di mille pesci, le aragoste, la vernaccia: il mare del Sinis. Su Pallosu e Geppetto. «Niente di eccezionale, in vita mia ho fatto sempre e soltanto quello che ho avuto piacere fare». Geppetto poteva fare il meccanico e non lo ha fatto se non per hobby, poteva fare il falegname e niente. Ha scelto il mare quando quasi tutti evitavano di bagnarsi anche lo stinco. E' sceso a 120 metri, ha recuperato quintali di corallo. «Lavoro, professione», dice tranquillo mentre lucida una goccia di corallo rosso. «Che bello il Sinis di allora con la sua macchia mediterranea, i suoi colori e i suoi odori. Ecco di questo ho grandissima nostalgia. L'hanno disboscato per seminare grano e orzo, peccato». Su Pallosu è diverso. Le case in cemento hanno sostituito i capanni, i motori 200 cavalli i remi. Solo il mare non è cambiato, la risacca suona sempre la stessa musica. Geppetto l'anarchico ha tirato a secco la barca. Non ha rimpianti né sogni da inseguire. Dice che il corallo c'è sempre, mancano i marinai. Forse.
(articolo dal quotidiano L'Unione Sarda del 7 luglio 1997-articolo di Patrizia Mocci)

1 commento:

  1. L'ho conosciuto di persona, e ho affittato tante estati le bombole da lui, si chiacchierava, era veramente un personaggio come non ne ho mai conosciuti altri.. incastonato nella sua SuPallosu

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